Nel dicembre 2020, rientrando in Italia dopo 12 anni in Inghilterra, vivo un ritorno alle origini, passando il dito tra la polvere dei mobili a casa della nonna, sfogliando album di fotografie ingiallite, giocando a carte e dama con lei, ascoltando racconti e ricordi di tempi lontani.
Decido insieme alla nonna di creare il Dalla Rosa Atelier, che nasce sì come atelier di sartoria, ma soprattutto come necessità di rispolverare l’antico per riportarlo ai vecchi splendori e rendere così ogni frammento di memoria una preziosa testimonianza, un insostituibile tassello che va a ricomporre quello che era e che è tutt'oggi la mia e la nostra vita.
Passando le giornate con la nonna capisco che la vita è un po’ come il kintsugi, l’arte giapponese del riparare le porcellane rotte con l’oro, dalla quale traggo insegnamento.
Ogni ferita viene evidenziata dal collante mescolato alla polvere d’oro che porta alla luce l’importanza della stessa, mettendo in mostra il valore aggiunto dell’essere sopravvissuti ad un dolore.
Il Dalla Rosa Atelier nasce dunque per celebrare l’antico, il dimenticato, il rotto che si può aggiustare e che anziché perdere valore ne guadagna.
Nasce per curare le vecchie ferite, portarle alla luce ed è proprio per questo motivo è tanto caro al mio cuore.
Il Dalla Rosa Atelier è il mio sogno e anche quello della mia nonna, Angela Dalla Rosa, che però non lo ricorda quasi più, tanto è il tempo che l'ha lasciato nel cassetto.
Eppure è un sogno che condividiamo ed è colonna portante di tutto ciò che è stato creato fino ad oggi.
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